ALL’ARME!

Posted: Dicembre 9th, 2013 | Author: | Filed under: General | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su ALL’ARME!

È con estremo orgoglio che il collettivo Gorilla non aderisce a una giornata di nazionalismi, istinti di malcontento, di libero sfogo di un’ipocrisia politica estremamente minacciosa per i suoi risvolti presuntuosamente violenti.

I lavoratori e i commercianti pensano di avere, nel momento di crisi, gli stessi interessi legittimando questa falsità e battendosi per i valori della costituzione e quindi del tricolore, della patria, uniti in piazza; esortano con arroganza un kebabbaro a chiudere l’attività accusandolo di rispettare poco il loro gesto così tanto valoroso di non aprir bottega. Ma quale assurda comunanza potremmo avere con un movimento inesistente di sfoghi borghesi che attira a sé il popolo più disinformato e impreparato ad affrontare quella che identifica come rivoluzione?


NESSUNA e viviamo questa buffa dissidenza assieme ad una componente minoritaria della città, con il solito peso della certezza di combattere per fini più concreti, come fare attività politica, continua, farla giornalmente, non in questo modo ingenuo e “di pancia”; e non dovremmo nemmeno spiegare queste dinamiche perché note, diffuse e assolutamente sociali.
Insomma, per quanto i manifestanti possano negarlo, quello a cui hanno preso parte senza interrogarsi eticamente è un episodio drammatico di revivalismo squadrista, fatto di obsolete e regressive azioni, compiute secondo un sadico piacere nell’ingraziarsi il padrone, compiute col tacito accordo delle “forze dell’ordine”, accettando d’assecondare i deliri autarchici dell’organizzazione.

Gli organi di poliziani rendono così complici dell’appoggio alle forze “destriste”, destando il panico nei cittadini, non assicurando, loro in primis, quei servizi fondamentali anche nel momento rivoluzionario, ribadendo la volontà di abusare delle armi, di abusare d’ogni potere loro concesso.
Gli studenti, non da meno, credono che l’unità di tutte le componenti in piazza sia un fatto positivo piuttosto che l’espressione di una massa nella quale gli interessi non si equivalgono, o nel maggiore dei casi non credono assolutamente nulla, sparando a zero su chi non sia conforme; noi parliamo di classi, e c’è chi si sconvolge, ci dà dei vecchi falliti, mostrandoci la sua cecità e la sua incapacità di giudizio.

Ma se parlare sensatamente di classi dev’essere il modo di indicarci come trapassati, ricordiamo che il ventennio fascista ha ormai settant’anni. E se parlare ha ormai perso ogni utilità, allora ringhiamo: “FASCI, NON CI RAPPRESENTATE!!!”

E chiunque si ostini a sostener che l’anarchia sia una forma criminale di stato, l’invitiamo vivamente di rinfrescarsi le idee; detto questo noi in linea dura rifiutiamo il sentimento di avere nuovi padroni e di accettare le posizioni di quelli che, con questo gesto di oggi, legittimano pienamente una futura classe di sfruttati e di padroni. Questo legittima anche il nostro sconforto nel non credere abbastanza nell’umanità, perché si affermi il nostro pensiero. O forse ci facciamo solo delle gran seghe mentali e siamo tutti pazzi. Se fosse veramente così allora ci lasceremmo andare alla pazzia, nella gioia che ne conseguirebbe.

 


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